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Visualizzazione dei post da aprile, 2025

L'analisi del testo di LETTERATURA ROCK, di Alessio Miglietta

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1. Struttura e Organizzazione Il testo si articola in una prefazione, una premessa e una serie di sezioni dedicate a specifici artisti o gruppi rock – da Jeff Buckley a PJ Harvey – che costituiscono vere e proprie pagine di meditazione poetica. Ogni sezione, pur mantenendo una propria identità tematica, si inserisce in un quadro più ampio in cui il rock diventa simbolo di creazione, ribellione e trasformazione. La struttura, che richiama una sorta di “antologia” poetica, permette all’autore di variare il registro, passando da riflessioni liriche ad incisivi atti di denuncia e, al contempo, a celebrazioni estetiche del potere evocativo della musica. 2. Linguaggio e Stile Poetico Il linguaggio adottato da Miglietta è denso e immaginifico, in cui la parola assume una valenza quasi mistica. Le immagini, spesso fortemente sensoriali, creano un ponte tra il mondo della musica e quello della letteratura: si parla, ad esempio, di “canti che si elevano sotto cieli stellati” o di “ac...

L'IMMAGINE DEFORME, il punto di vista di Loredana Borghetto

L'IMMAGINE DEFORME, il punto di vista di Loredana Borghetto * Una puntata intensa e stimolante quella del 15 marzo che ha avuto come ospite il poeta Alessio Miglietta con la sua silloge “L’immagine deforme”, che segue “Poema nero” e precede “Letteratura rock”, fresca di stampa. Illustrando la genesi dell’opera suddivisa in sei sezioni, composta quasi di getto, il Poeta si è messo a nudo, non nascondendo la sua fragilità e presentandosi senza infingimenti, senza retorica o toni vittimistici, proprio come ne “L’immagine deforme”, un diario impietoso e drammaticamente lucido, quasi una cartella clinica della sua depressione, l’aguzzino invisibile e il mostro che per un certo periodo lo ha reso estraneo a se stesso.  Nessuna autoassoluzione da parte del poeta, che scrive “io ho costruito tutti i miei fantasmi/ con la maestria di un artigiano”, nessuna reticenza ad esaminare tutte le sue ferite per curare le quali non ha più né ago né filo. L’auscultazione del sé malato raggiunge il mom...