"La Poesia che Cura" della giornalista Federica Vitale


Alessio Miglietta: il poeta rock che scrive con il sangue e suona con l’inchiostro

Tra poesia, musica e rivoluzione, Alessio Miglietta riscrive le regole della letteratura italiana contemporanea. Una voce lucida e crudele, che scava nelle ferite e costruisce bellezza dal caos.


Nel cuore di una Roma che osserva e inghiotte, dove la storia si impasta col cemento e i sogni si fanno sporchi e veri, Alessio Miglietta è un’anomalia necessaria. Un poeta rock, un narratore borderline, un autore che non scrive per piacere, ma per scardinare. Ogni suo libro è una deflagrazione controllata. Ogni verso, un coltello che non sempre ferisce: a volte guarisce.

Una selva oscura senza paura

Come Dante, anche Miglietta si è ritrovato in una selva oscura. Ma, a differenza del sommo poeta, non ha tremato. Ci si è seduto dentro, ha ascoltato le voci, ha raccolto le ossa e con quelle ha costruito la sua poetica. Niente paura, nessuna concessione. Solo parole che respirano, soffrono e gridano. Lo fa fin dagli esordi, con l’antologia Cieli di Valium, fino al romanzo Grunge (1984), che trasuda disagio, rabbia e poesia come solo una generazione disillusa può fare.

Un alchimista del dolore

L’opera di Miglietta è un continuo atto di trasformazione. Non cerca lo stile: lo reinventa. Con Requiem di vite e amori e Frammenti: Collezione di Haiku, dimostra che può muoversi tra registri e forme diverse senza perdere mai la propria voce. Una voce che conosce bene il buio, ma che dal buio estrae luce, visione, rinascita.

Poema Nero: il canto viscerale di chi ha attraversato l’inferno

C’è un prima e un dopo Poema Nero. Non è solo un libro: è un’esperienza mistica, brutale, liberatoria. Nove anni di scrittura, oltre 500 pagine, metrica originale, premi nazionali e internazionali. Ma i numeri non spiegano tutto. Poema Nero è il grido di chi non si è mai rassegnato, la preghiera laica di chi crede che persino nell’abisso si possa trovare un’eco di bellezza. Non c’è posa, non c’è filtro. C’è solo verità, nuda e a volte insostenibile. Ed è proprio per questo che colpisce così in profondità.

L’immagine che non consola

Con L’immagine Deforme, Miglietta affonda ancora di più. Niente illusioni, solo specchi incrinati in cui riconoscersi distorti, vulnerabili, umani. La deformità diventa forza estetica, e la poesia non consola ma risveglia. Come uno schiaffo che serve, come una cicatrice che racconta.

Letteratura Rock: il verso che vibra e ruggisce

Poi c’è la musica. Non solo ispirazione, ma compagna di lotta. Il progetto Letteratura Rock è la perfetta fusione tra parole e suono, tra poesia e distorsione. Su YouTube, Miglietta recita, canta, urla. Recentemente è divenuta una raccolta poetica con prefazione di Paolo Benvegnù, artista che – come lui – non ha mai accettato compromessi. È qui che l’autore romano mostra tutta la sua anima contaminata, dove la lirica si fa palco, performance, militanza.

Per chi scrive Miglietta?

Per chi ha smesso di fingere. Per chi ha fame di significato. Per chi non teme la profondità, ma ci si tuffa dentro. Ogni sua opera è una dichiarazione di guerra al conformismo, un manifesto della vulnerabilità come potenza, dell’autenticità come forma d’arte.

Alessio Miglietta è la voce di chi si è perso, sì, ma ha scelto di restare sveglio. Di scrivere, di urlare, di costruire un linguaggio che non sia compromesso ma carne viva. Un poeta che non cerca pubblico: cerca umanità.

A cura di Federica Vitale, giornalista e blogger.

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