Recensione [BRAND NEW]: "Rays" e "Ripley" dei Bones'n'Slums
Il progetto Bones'n'Slums prende vita grazie a un'idea di Alessio Sangregorio, batterista con una lunga carriera musicale alle spalle. Alessio ha militato in vari gruppi all'inizio del nuovo millennio e, dal 2015, è co-fondatore degli Abitat, un progetto screamo emocore. Oltre alla musica, è anche un produttore di musica elettronica e sperimentale, illustratore e tatuatore, una figura poliedrica nel vero senso della parola.
Francesco Sangregorio, fratello di Alessio, è il chitarrista della band. Negli anni '90, è stato la chitarra e voce degli EkP e degli Ain't, gruppi noise, e ha collaborato con diverse altre band, sviluppando un'inclinazione per il suono graffiante delle chitarre. Dopo un periodo lontano da Taranto e dalla musica, ritorna nel 2014, pronto a riscoprire la sua passione.
Insieme, i due fratelli iniziano a lavorare su una traccia con base ritmica elettronica e suoni campionati, accompagnati da una chitarra distorta. La traccia prende vita in sala prove, con un'impronta punk-rock che entusiasma entrambi a continuare. Così nascono i Bones'n'Slums.
A completare il trio arriva Antonio Toscano al basso. Chitarrista nei gruppi punk Anfetamina-C e indie-noise Mind Vortex alla fine degli anni '90 e nei primi 2000, Antonio si trasferisce prima in Spagna e poi a Milano, avvicinandosi alla scena elettronica come produttore e DJ. Non abbandona mai la sua passione per suonare in una band, esibendosi con i Teoriaedeccesso, un gruppo dark-wave di Pavia. Rientrato a Taranto nel 2021, si unisce ai Bones'n'Slums, portando con sé groove che arricchiscono le ritmiche della band.
I Bones'n'Slums emergono da un "sottosuolo" di straordinarie realtà con un sound che sfida le convenzioni e abbraccia una libertà artistica rara, sperimentando effetti man mano più atmosferici, utilizzando il loop come tappeto sonoro. Il nome stesso della band, evocativo e ricco di significati, suggerisce un dualismo affascinante: "Bones" rappresenta la struttura, l'essenza cruda della musica, mentre "Slums" richiama immagini di ambienti urbani difficili, ma anche di una bellezza nascosta e autentica. Questo contrasto si riflette perfettamente nel loro stile musicale descritto come "post punk allucinato".
La scelta di esprimersi attraverso brani prettamente strumentali permette ai Bones'n'Slums di esplorare territori sonori senza vincoli verbali, creando composizioni che sono autentici viaggi emotivi. La mancanza di testi spinge l'ascoltatore verso un'esperienza meditativa, in cui le note e gli effetti sonori diventano il linguaggio universale delle emozioni.
Nei loro lavori, "Rays" e "Ripley", la band dimostra una padronanza unica nell'armonizzare elementi strutturati con improvvisazioni audaci, una scelta artistica che si manifesta nei "derapaggi aerei" volutamente non corretti. Questa capacità di abbracciare l'imperfezione non solo arricchisce la loro musica, ma invita l'ascoltatore a scoprire la bellezza dell'imprevisto.
I Bones'n'Slums hanno scelto l'autoproduzione per mantenere un controllo totale sulla loro opera, un approccio che riflette il loro spirito indipendente e il loro impegno verso l'autenticità. Questo percorso, seppur irto di sfide, garantisce loro la libertà di sperimentare e innovare senza compromessi.
La loro discografia include due lavori distintivi, "Rays" e "Ripley", che offrono un assaggio del loro approccio musicale unico. "Rays" si apre con "of you", un brano che incarna un'intimità immediata, seguito da "beef", che esplora ritmi più decisi e pulsanti. "Not good" e "Derapage" incarnano quella caratteristica capacità della band di fondere struttura e improvvisazione (arricchito dall'intro del celebre discorso "I Have a Dream' di Martin Luther King) che cattura perfettamente il loro spirito di sperimentazione sonora. "Golden dub" introduce elementi di effetti che ampliano ulteriormente il loro spettro sonoro, mentre "Why Where How" e "Disco" chiudono il cerchio con ritmi incalzanti e melodie coinvolgenti.
"Ripley", registrato nel 2024, rappresenta già una maturazione del loro percorso artistico. La traccia "BonesnSlums - 2024" è un viaggio sonoro che trasporta l'ascoltatore nell'universo parallelo tanto vicino all'indie-rock made in Uk, mentre "Trapped" e "Quicksand" giocano con dinamiche tese e atmosfere avvolgenti. "Disquite" e la traccia omonima dell'album, "Ripley", chiudono il disco con un mix di tensione e risoluzione, lasciando l'ascoltatore in uno stato di riflessione profonda.
Chi scrive ha particolarmente trovato brillante "Disquite" che crea esperienze sonore quasi proiettate verso un'altra dimensione, con pennellate di caos, innovazione e passione, caratteristiche che rendono il trio pugliese un'entità musicale affascinante, che merita di essere esplorata in profondità. Con un'identità così distintiva e una visione chiara del loro approccio, i Bones'n'Slums hanno il sacrosanto diritto di avere un'opportunità degna di nota in un panorama musicale contemporaneo fatto di "canzoni" da classifica con il metodo del copia-incolla. E pure, il più delle volte, di dubbio gusto.
Questi gruppi rock, invece, sono i veri talenti da scoprire.
Alessio Miglietta
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