Achille Lauro e Damiano David: pupazzi a confronto

Achille Lauro è l’eterna provocazione della scena italiana: trasformista androgino eclettico, indossa abiti sontuosi e costumizzazioni punk-goth (nell’esibizione al Museo Mudec venne presentato con il volto truccato e la cresta nera)【66†】. Sul palco mescola glam rock, barocco e ironia blasfema: ad esempio, a Sanremo 2020 si è presentato vestito da San Francesco, un “battesimo” che scatenò polemiche religiose. Lauro usa molto i social per provocare – ha postato su Instagram il poster censurato del singolo Me ne frego, commentando ironicamente la censura. La stampa sottolinea la sua “aura camaleontica”: Gente parla del suo “inconfondibile mix di teatralità ed estetica punk”, Rolling Stone lo descrive come performer che «riflette sulle forme e sul significato del pop contemporaneo». In sintesi, Lauro punta tutto sull’immagine d’impatto e sullo show, dichiarando però di considerarsi un artigiano della musica.

Damiano David (vocalist dei Måneskin) incarna uno stile glam-rock giovane e androgino, ma meno estremo: da metà anni ’10 sfoggia pettinature vintage, giacche bordate di paillettes o ramage etnici e spesso pelle, riprendendo l’estetica di icone come Freddie Mercury o dandy italiani. Il suo guardaroba è evoluto da look rock primordiali (t-shirt strappate e stole pitonate) a mise sartoriali rétro (tailleur alla Marlon Brando). Damiano mostra sempre un’immagine da rockstar “cool” – alternando seriozza e autoironia (si autodefinisce «una vera diva, ma educata») – ma evita eccessi volgari. Rispetto a Lauro comunica meno per shock e più per carisma naturale: è noto per scatti con i fan o video autoironici (es. la frase «sono carino, non posso essere anche intelligente» diventata virale). In entrambi i casi il look e lo stile comunicativo sono centrali nella loro identità pubblica.


Carriera musicale: successi, influenze e evoluzione stilistica

Achille Lauro nasce come rapper di periferia (vero nome Lauro De Marinis, 1990) e parte della scena hip-hop/trap italiana. Con il tempo evolve verso pop-rock e musica elettronica: dopo l’album di debutto Barabba (2015) e vari progetti trap, approda nel grande pubblico con Pour l’Amour (2018). Il singolo Rolls Royce (2019) lo lancia come hit nazionale, interpretato come critica alla società consumistica. Negli anni seguenti ha sperimentato: da Lauro (2020) in chiave glam-orchestrale a 1969 (2021) interamente rock. Annuncia per il 2025 un album ispirato ai grandi cantautori italiani del passato. Achille cita fra le sue influenze le rockstar anni ’70 (David Bowie in primis) e il cantautorato italiano, pur trasformandoli in chiave provocatoria. Il suo percorso è segnato da continui cambi di genere (dal samba trap al punk, dal gospel al glam rock), sempre con il comune denominatore della “maschera” scenica.

Damiano David (1999) esplode sulla scena come vocalist dei Måneskin. Fondati nel 2016, debuttano nel mainstream nel 2017 con il secondo posto a X Factor. Il primo album Il ballo della vita (2018) contiene hit come “Morirò da re”. Il vero salto di qualità arriva nel 2021: vincono Sanremo e l’Eurovision con Zitti e buoni, consacrando il rock italiano a livello mondiale. Seguono il disco Teatro d’Ira (2021) con singoli di successo (“I Wanna Be Your Slave”), e tournée sold-out in Europa e USA (Coachella, Madison Square Garden). Nel 2023 pubblicano Rush! (sound più maturo, collaborazioni internazionali). Sempre nel 2025 Damiano inaugura la carriera solista con l’album Funny Little Fears, prodotto da star globali (Labrinth) e orientato a un pop-rock internazionale. Le sue influenze spaziano dal rock classico al pop contemporaneo (dal glam anni ’70 a Artisti come Harry Styles e Lady Gaga), come testimoniano i ritmi ballabili e le sonorità radiofoniche del progetto solista. In breve, Damiano è passato dal ruolo di frontman ribelle alla veste di popstar cosmopolita, senza però tradire completamente le radici rock.


Ruolo nella cultura pop e impatto sulla musica italiana contemporanea

Achille Lauro ha fatto da ponte tra trap, moda e pop d’autore. Rolling Stone scrive che è passato «dal sedile della Rolls al trono della cultura pop»: non è più solo un cantante, ma un vero simbolo pop. La mostra al MUDEC (Milano) sui suoi costumi e “quadri” ne celebra l’impatto culturale. Con le sue scelte estreme (abbigliamenti ambigui, messa in scena sacrilega) ha abbattuto tabù sul palco italiano, influenzando altri artisti ad osare di più in fatto di genere e spettacolo. La critica lo riconosce come “portavoce di un inno alla libertà creativa” mai visto prima in Italia. In sintesi, Lauro è divenuto icona pop per aver elevato la performance musicale a cabaret visionario, influenzando la moda giovanile e democratizzando certi linguaggi trasgressivi nel mainstream.

Damiano David – e con lui i Måneskin – hanno avuto un ruolo simile nel rilanciare il rock italiano a livello globale. È definito “simbolo della generazione fluida” e “icona dell’Italian style”: il suo successo (e quello della band) è visto come uno sdoganamento del rock italiano fra i giovanissimi. Portando brani in inglese e suonando in tutto il mondo, ha dimostrato che un progetto italiano può competere con le star internazionali, spingendo la musica italiana verso orizzonti più cosmopoliti. L’effetto è stato anche culturale: Damiano ha restituito al rock uno spirito anarchico e ribelle, non visto in Italia da tempo, e ha influenzato moda e tendenze (capelli lunghi, outfit glam) tra i fan. In breve, lui è percepito come l’ultima “rockstar” italiana, capace di trascinare la scena oltre i confini nazionali e di smuovere le acque del pop (come ha evidenziato la grande attenzione mediatica ai loro look e concerti di massa).


Critiche ricevute

Achille Lauro: spesso viene attaccato per effetti speciali troppo forti a scapito della sostanza. Gente nota che «c’è chi lo accusa di puntare più sull’immagine che sulla musica». Vanity Fair lo cita come bersaglio di chi lo bollava «prodotto di marketing» ed “esibizionista”. Anche la Chiesa critica le sue simbologie (San Francesco, crocifissione in forma trasgressiva), portando commenti come «è stato deriso un sacramento» (vescovo di Sanremo). Lauro respinge queste accuse sostenendo che il suo è spettacolo con “idee creative” (influenzato da Bowie e Madonna). In generale, i suoi detrattori affermano che è privo di coerenza artistica – un «pupazzo da copertina» che fa scalpore con look e provocazioni piuttosto che con testi o musica originale.

Damiano David: è criticato più sottilmente. Rolling Stone gli ha dedicato una satira pungente sul nuovo look anni ’20, titolando «Ma è Damiano David o Lando Buzzanca?», deridendo l’eccesso estetico. Alcuni fan tradizionalisti rimpiangono i Måneskin «graffianti» di un tempo, accusando Damiano di aver ammorbidito il sound e puntato troppo a una fama patinata. Il solista Funny Little Fears è stato giudicato «abbastanza ordinario», e Rsi osserva che l’artista sembra vendersi «come una popstar planetaria» ignorando le sue radici italiane. In breve, gli viene imputata una certa mancanza di spessore: l’album solista rischia di farlo apparire «uno dei tanti» nel panorama globale, senza lo smalto punk-rock che rese iconici i primi successi.


Percezione pubblica: commenti, articoli e viralità

Entrambi polarizzano il pubblico in amore e rabbia.

Achille Lauro: per i fan è un «genio trasformista», adorato nei video virali in cui sfida la routine (dall’ingresso trionfale sul palco di Sanremo 2020 alla sfilata a Cannes 2023 con scarpe di cristallo). Gli articoli in giganti di stampa ne celebrano il “coraggio fragile” e lo definiscono già “pezzo da museo”. Dall’altra parte, i suoi eccessi generano meme e polemiche: blog e social lo prendono di mira chiamandolo “pupazzo” o “eccessivo”, concentrandosi sull’outfit piuttosto che sulla canzone. Achille spesso risponde ironicamente su Instagram alle critiche, ricordando che Madonna e Bowie hanno già usato immagini sacre. In sostanza il pubblico è diviso: chi lo esalta come innovatore pop, chi lo condanna come un prodotto vuoto, ma entrambi i lati generano grande attenzione mediatica.

Damiano David: è ammirato come frontman carismatico. Tweet e video suoi (ad esempio la battuta «sono carino, non posso essere anche intelligente» durante un meet&greet) sono diventati virali in poche ore, sotto il segno dell’ironia positiva. I giornali dedicano cover e lunghe interviste alla sua ascesa meteoritica, sottolineando come tenga i piedi per terra pur da superstar. Anche qui, però, non mancano i contestatori: alcune pagine social ricordano i Måneskin «duri e puri» e accusano Damiano di essersi trasformato in un prodotto. Articoli critici sottolineano che alcuni fan storici «lo rimpiangono ai tempi di MAMMAMIA». Complessivamente, Damiano è percepito come icona magnetica e controversa: i media scrivono sia articoli celebrativi sul suo talento sia pezzi ironici o scettici sulla sua evoluzione stilistica, generando sia fanatismo sia sarcasmo nei commenti pubblici.


Fonti: Le informazioni sono tratte da interviste e articoli di fonti affidabili (Rolling Stone, Vanity Fair, Corriere della Sera, il manifesto, Vogue Italia, RSI, RDS, ecc.), che documentano stili, discografie, provocazioni e reazioni del pubblico. Queste citazioni forniscono un quadro dettagliato delle carriere di Achille Lauro e Damiano David, incluso come vengono visti dalla critica e dai fan.


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