STAND-BY [Cieli Di Valium] di Alessio Miglietta

Disegno un cuore in aria, sbuffando un tiro profondo di sigaretta. La notte è lunga, stanotte, e tanti dei miei pensieri siedono proprio qui, a fianco a me. La luna ci illumina, affacciata alla finestra, e tutto sembra fiabesco. Anche questo silenzio, così delicato che sembra ornato da intrecci di seta, come la tela di Penelope. Sembra che tutto il mondo intorno a me sia fermo, e tutto ciò che posso fare è sempli­cemente accoglierlo, nel mezzo del mio cuore. Quello che disegno in aria, sbuffando un tiro profondo di sigaretta. Questa pace immen­sa mi rende parte di questa notte, che sembra fatta su misura per me, un po’ armatura, un po’ abito da sera. Penso a Charlie, che ha passa­to una notte come questa, qualche anno fa. Charlie è partito per l’A­merica, in cerca di fortuna, non che l’abbia trovata, bisogna ammet­terlo, ma come diceva lui quando decidi di tagliare le tue radici per inseguire qualcosa di importante, hai già compiuto metà del viag­gio. Non ho mai dato peso più di tanto alle sue visioni filosofiche, ma quella suonava proprio bene. Charlie si svegliava alle tre del mattino, si faceva la doccia, si met­teva il vestito buono ed aspettava l’alba. A volte ci parlava con l’al­ba, prima di tornarsene a letto. Era la sua dichiarazione d’amore, da un numero infinito di prospettive. Deliri e perversioni di un aspiran­te fotografo. Charlie è andato in America, con la sua macchina foto­grafica, treppiedi, obbiettivi di varie grandezze e tutto il resto, per cercare la bellezza di un’alba in un nudo femminile, fermare quel momento di simmetria e portarlo fino in America, che sembra sem­pre così grande da poter custodire i sogni di tutti. Di Charlie ho per­so ogni traccia da un po’ di tempo, ma mi ha regalato una lezione di libertà senza prezzo, è sempre stato un buon amico … Penso a lui, e cerco le mie parole, nascoste dietro ai pensieri, parole che salgono fino alla lingua come nubi che evaporano nel cielo, parole che cer­cano la mia voce, racchiusa nel silenzio di questa notte. La notte che si presta al chiarore dell’alba, dove io sono protagonista senza ren­dermene conto, dopo aver fatto la doccia e aver messo il vestito buono, ad aspettare l’alba, proprio come faceva Charlie, e tutto sembra fiabesco. Poesia, follia e meraviglia, deliri e perversioni di un aspirante uomo, da troppo tempo in stand-by, ma non andrò fino in America per trovare me stesso, mi basta un pezzo di specchio, ac­compagnato dal mio sorriso migliore … Invece c’è sempre una don­na dietro questi pensieri, è inutile negarlo, pensieri che ti portano in alto quando segui il lungo rettilineo del passato, e poi ti trascinano in basso, quando raggiungi i lavori in corso del presente. È così che mi ritrovo qui, a ridosso di questo sole fresco che riapre gli occhi. Circondato dai miei pensieri riciclati, pezzi di sogni con così tanta polvere sopra da sembrare la mia cantina, pensieri che mi riempiono di domande, un po’ su Charlie, un po’ su di lei, che vive­va del suo sorriso migliore, quasi fosse la sua copertina, un dettaglio che mi ha fatto innamorare di lei dal primo giorno in cui l’ho incon­trata. E così ho iniziato a sorridere anch’io, forse controvoglia all’i­nizio. Ma con lei è impossibile non sorridere, perché la vita è tal­mente bella da stupirmi ogni giorno di più, è quello il suo vestito buono. Mi basta immaginarla come in quella nostra foto, in riva al mare, all’alba, in un aprile di qualche anno fa. Se solo avessi il co­raggio di riprendere in mano quella foto, nascosta nel ventre del mio libro preferito, potrei tornare a sfoggiare il mio sorriso migliore, ed essere finalmente un uomo, togliere la pausa. Quella foto l’ha scat­tata Charlie, e forse è proprio lì, nascosta in quel libro, la sua opera più riuscita. Vaglielo a dire che con l’alba non c’entra nulla il nudo femminile, ma il sorriso … Probabilmente morirebbe di crepacuore, un po’ per la gioia, un po’ per la rabbia di aver sprecato tutto quel tempo a cercare quel connubio. Il cerchio sarebbe chiuso. Disegno un ultimo cuore in aria, sbuffando un tiro profondo di siga­retta, aspettando che ritorni.

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