UN UOMO di Alessio Miglietta

Questa è la voce di qualcuno, che chiama da un luogo solitario, quando il cielo è una nuvola, per farsi sentire da gente che non vorrà mai ascoltare. È una voce che brilla in lontananza, e che prova a farsi strada tra i pensieri scottati dal sole, mentre cala il tramonto. Sono solo un uomo, un sognatore distratto, eppure vorrei gridare come una chitarra elettrica, come una lama contro il vetro, come un demone davanti a una buona azione. Credo in un solo amore, motore del cielo e della terra, di tutte le emozioni visibili e invisibili, dettaglio della vita splendido come un fiore non colto. 
Sono soltanto un uomo, e arranco ogni giorno alla ricerca della felicità. Ho tanta di quella rabbia tra i muscoli del cuore, che non basterebbe un trapianto, come via di fuga, verso una fottuta redenzione. Sono solamente un uomo, e non accetto che la vita sia solo una stupida e lunghissima strada senza uscita, un condensato di ostacoli, delusioni, cattive abitudini, e presagi con i punti di vista naif, tipici del conosci te stesso
Dove sono finiti tutti i sogni che avevo da bambino? 

Sono solo un uomo, eppure è come se, fusi tra corpo e anima, fossimo sempre in due, fratelli di sangue, amanti in conflitto, nemici sempre complici, romanzi scritti a quattro mani. Sono sempre stato un emarginato, per mia e altrui scelta, ed è diventato il mio punto di forza, perchè ho imparato a conoscermi, a creare, ad amare come se non l'avessi fatto mai. Tuttavia, sono sempre stato troppo gentile, disponibile, amichevole, e sono sempre stato troppo intelligente, scomodo e brillante per un sacco di gente, e questo non mi è mai piaciuto. Ancor di meno non mandare mai a fanculo chi se lo merita, sarà un difetto di educazione. 
Perchè odio confondermi, ma adoro l'anonimato. Sono soltanto un uomo, e sono un insoddisfatto cronico. 
So che la primavera non tornerà più da queste parti, ma sono così orgoglioso del mio lato oscuro, che un giorno pretenderò di aver reinventato ogni cosa, in questo mondo volgare e corrotto che ha già tutto. Sono solamente un uomo, e quando vedo la bellezza, tutto il mio veleno cala d'intensità; l'ingranaggio riprende a girare, e torno finalmente a respirare ossigeno pulito. Quando questo accade, brindo a tutti i giorni gettati al vento, dall'alto della scogliera del miocardio. Sono solo un uomo, mi vedo quotidianamente in una città ostile, che non ha più nulla da offrirmi, durante le mie lunghe passeggiate. Sono un naufrago annegato dai ricordi, capace di sentire la luce di notte e di giorno: la sento quando il cielo è grigio come quello di Londra, la vedo quando nonostante tutto, lei mi dice che andrà tutto bene. La città è ostile, e mi circoda senza fermarsi mai, come un pugile che prepara una strategia; ogni cosa potrebbe passarmi attraverso, invece mi investe, come un pugile che mette in atto la sua strategia. Ho sempre un livido vivido, pronto a scrivere la mia storia.
Sono soltanto un uomo, e so che nulla dura per sempre, nemmeno la mia vita, che prendo a schiaffi da trenta lunghi anni. Sono un brano musicale unico e irripetibile, con arrangiamenti che nessuno potrà mai plagiare. Eppure questa musica mi ha profondamente stancato, quasi fosse l'unica maledetta canzone capace di passare alla mia radio preferita. Sono solamente un uomo, e regalo il mio tempo alla Zenith. Uccido spesso il sonno, risultando immune ai sonniferi, durante le tempeste dell'ego. Dimentico i luoghi dove sono già stato, e con essi il brivido provato nell'averli apprezzati, inseguendo quelli che forse non vivrò mai. Chimere. Devo ammettere di non sapere dove sia l'incanto, in questo cantiere perennemente aperto. Dovrei dimostrare di essere ancora un genio, di voler cambiare il sistema, dovrei smettere di fumare e di cercare l'oblio nel vino, dovrei soprattutto iniziare a evitare l'uso del condizionale. Sono solo un uomo, e provo oggi il brivido del domani. Quando mi guardo allo specchio, vedo una tra le menti migliori della mia generazione, anche se l'aggettivo che mi dona di più è inespresso. Ho bisogno di qualcuno che creda in me, ho bisogno che qualcuno mi stringa, quando il giorno diventa notte. Lo senti questo suono? È la città che continua a gridare, nel suo inferno urbano, tra vortici di banalità e le insegne della Sony. 
Strade illuminate che non smettono di girare, come se danzassero intorno a me, angeli vestiti di ghiaccio. La nicotina ferma il dolore. Lega a doppio nodo la paura, prima che il cielo muova nuove crepe, e mi sprofondi addosso. Speravo che almeno il litio fosse in grado di aiutarmi. Sono solo un uomo, non mi capitava da un pò.

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