LA "MUSICA" ITALIANA? di Alessio Miglietta

Io perdo il conto in tanti giorni tristi
di quanti, si, non abbiano talento.
Hanno il coraggio di chiamarli artisti
soprattutto in Italia. Fallimento
del nobile concetto di cultura,
che rende più profondo il mio sgomento.
È il pubblico che non ha più pretese
e riempie i palazzetti in ogni data,
così come gli stadi del paese.
La qualità è stata censurata,
nessuno percepisce la sventura:
la musica non viene rispettata.

Prendiamo Vasco Rossi per esempio,
tra tutti quegli italici cantanti
forse più d'altri causa questo scempio.
Eppure le sue folle deliranti
si gettano nel fuoco per l'onore
di uno che non usa consonanti.
Non sa suonare, scrivere o cantare
ma viene visto come un padreterno,
messaggi semplici per abbassare
la soglia d'attenzione dall'interno
di menti deboli senza più cuore.
Come guarire dal male moderno?

Di pari passo marcia Ligabue
sulle macerie di chi è più banale.
Ad ogni accordo seguono altri due,
poi basta, il ritornello è spesso uguale
però nessuno impara la lezione.
Il rock è un'altra cosa ed è immortale.
Un'ombra ci ferisce da lontano
e ruba il sangue. Un altro compo inferto
all'arte, si chiama Ferro Tiziano
un frocio dichiarato, a viso aperto:
grandiosa strategia di promozione.
È come predicare nel deserto

per chi davvero ascolta Jovanotti
stonato come fosse una campana
oppure il fastidioso Ramazzotti
perfino in terra sudamericana.
Che dire di Tommaso Paradiso:
dei timpani devasta la membrana.
C'è Ultimo, che scrive buone cose
ma ha la lacuna che non sa cantare,
le scene sono a volte sì pietose.
Rimani al pianoforte, lascia stare.
C'è Irama, giunto qui senza preavviso
e nel suo schifo dovrebbe tornare.

Fenomeno dei social, poco altro
è Fedez, la first lady degli ignavi,
J Ax sembra almeno un pò più scaltro;
il dramma è che si sentono anche bravi.
Non vogliono pretendere di meglio
i fan tanto esaltati, o forse schiavi.
Secchiate di autotune: Achille Lauro,
accenti senza senso: Max Pezzali,
rispetto al cantautore dinosauro
questi s'inventano testi mortali,
che bruciano anche gli occhi. Sono sveglio
in mezzo ad esseri superficiali.

Sarebbe bello s'esplodesse il sole
invece d'ascoltar Mahmood e Blanco
bravissimi a mangiarsi le parole,
di questo abominio sono stanco,
ma vincono Sanremo a mani basse.
Ognuno d'essi è solo un saltimbanco.
Le nuove leve? Ecco Tananai,
si veda Cherubini. Quando parte
sai che il tormento non finisce mai,
dischi perfetti come fermacarte.
Vorrei che uscissimo da quest'empasse,
Finora è solo vilipendio all'arte.

A tanti negherebbero l'indulto
perché hanno ucciso le nostre passioni,
è complicato trattener l'insulto
pensano solo a guadagnar milioni.
Sarò all'antica, forse anche testardo
ma non supporterò questi buffoni.
Una postilla la tengo per loro:
i Maneskin, fighetti da copione
famosi per il look o i dischi d'oro.
"Damiano è cosi bello", adorazione.
Si parla mai di musica a riguardo?
E poi, perché latrare ogni canzone?

Qui lo ripeto, il rock è un'altra cosa.
Ma qualsivoglia genere è malato,
vogliamo parità? Le quote rosa?
Non c'è problema, sarai accontentato:
c'è forse peggio di Laura Pausini
o forse te ne sei dimenticato?
La morte del cervello è la Amoroso,
da Emma in poi corrodono i pensieri.
Madame o Ariete, suono doloroso
mai quanto Baby K e Giusy Ferreri.
Il capostipite è Gianna Nannini
che in cerca d'oasi generò crateri.

Il pubblico li ama e sì, li segue
ma dovrebbe pretendere di meglio.
Questo tramonto non conosce tregue
e non si accorge d'un enorme sbaglio:
la poca qualità è volontaria 
e inquina fino al prossimo bersaglio. 
Il vaso è lesionato ed è ricolmo
ma il conto alla rovescia è cominciato,
è amara come polpa di pompelmo
questa speranza d'essere ascoltato.
Elastico che schiocca, e fende l'aria
rinnega il suono da cui è minacciato.

Mi scuso se qualcuno sia sfuggito
a questo eloquio, che va via e che viene.
La colpa è delle radio e punto il dito
sì dove cogli, cogli sempre bene.
Ma tanto, chi volete che si curi
di questa mia poesia che nulla ottiene?
Almeno è in rima, ha un senso. È un'invettiva
contro il degrado, contro il sogno infranto.
La musica italiana è alla deriva.
La moda del momento è una soltanto:
essere commerciali. E far scongiuri
di compiacere tutti, sempre. E tanto.

Ma restano soltanto esseri impuri. 

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