Recensione [BRAND NEW]: "Incudini e Farfalle" di Marco Petruzzella
"Incudini e Farfalle" (Edizioni La Gru), la seconda silloge poetica di Marco Petruzzella, è un'opera che cattura immediatamente l'immaginazione del lettore già dal titolo. Questa scelta è una suggestiva contrapposizione tra la solennità e la solidità dell’introspezione e l’ironia, e la leggerezza che paradossalmente ne derivano; nonché quelli dell’inclusione e della disabilità tra il dramma (parlando a livello letterario) e la delicatezza. Tale dicotomia si intreccia attraverso tutta la raccolta, riflettendo i temi principali del libro: la dualità della vita, il peso delle esperienze, la ricerca di un volo attraverso sogni e speranze, ma soprattutto dell'incontro con l'altro, e con ciò che è dissimile a ciascuno.
Petruzzella, nato a Milano ma di origini del Sud, porta nella sua poesia un ricco bagaglio di esperienze vissute come attivista per i diritti umani.
Nella sua prima raccolta, "DiStanze", aveva già mostrato un'ottima capacità di esplorare le complessità della vita quotidiana, estro che si ritrova potenziato in "Incudini e Farfalle".
Andando dritto al sodo, quindi ai versi scritti, è giusto partire dalla poesia "Cicale", dove già emerge un esistenzialismo e il contatto con ciò che e definito "diverso", che è una delle cifre stilistiche di Petruzzella. Qui, l'autore riflette sulla fugacità del tempo e sull'impatto della routine di ogni giorno, che sembra rispecchiare anche il suo approccio alla vita: un equilibrio tra la profondità di pensiero e momenti di leggerezza.
In testi come "Biancaneve e i settenari", Petruzzella dimostra un buon contatto con la metrica e le figure retoriche, utilizzando (come riferimento) la sinalefe per creare un ritmo più fluido nei versi. La scelta di chiudere con un endecasillabo è una dichiarazione di rispetto verso la tradizione poetica italiana, un omaggio che si manifesta anche in "Dov'è". Questo testo, con i suoi endecasillabi incisivi, rappresenta una tendenza che oggi è spesso trascurata (forse la parola corretta è ignorata, causa attuale stato di cultura rudimentale) ma che Petruzzella riesce a far rivivere con grande efficacia.
Il poema "Fabio" mette in luce una ribellione sottile contro le aspettative sociali, in particolare attraverso la figura dello stereotipo dell'impiegato che bene o male risiede dentro ognuno di noi. Qui, Petruzzella sembra esplorare il conflitto tra l'essere artista e la necessità di conformarsi a un "lavoro vero". Questa tensione, palpabile nei suoi versi, rispecchia una condizione che l'autore ha vissuto in prima persona, come molti altri artisti.
In brani come "Picchiata e Decollo", Petruzzella offre una riflessione intima sulla caduta e sulla rinascita, un tema universale trattato con sensibilità e introspezione.
"Vite facili", d'altra parte, è uno specchio della società contemporanea, una velata critica alla superficialità e alla ricerca di gratificazioni immediate, che rimanda inevitabilmente anche a uno sguardo "invidioso" nei confronti della semplicità che in troppi banalizzano, un desiderio di spontaneità che arriva dritto alla coscienza.
"Forza e Coraggio", per chi scrive il più ficcante, affronta il tema della perdita con delicatezza e profondità. Petruzzella riesce a mettere su carta il dolore e la forza necessaria per andare avanti, offrendo al lettore un'esperienza catartica di grande intensità.
In questo contesto, da sottolineare la duplice dedica che introduce la raccolta, una all'eroe silenzioso che ti vede crescere e ti accompagna per la vita (un padre); la seconda a chi ti avvia a un certo tipo di mentalità fuori dagli schemi, ossia Joey Ramone, storico cantante dei Ramones, la cui voce è stata considerata "l'emblema del punk rock statunitense".
La sezione dedicata agli haiku che chiude la silloge rappresenta, oltre a un esercizio di sperimentazione e una dimostrazione della versatilità di Petruzzella, un chiaro omaggio alla Dea Musica. Questi brevi componimenti, pur nella loro brevità, racchiudono una saggezza e una bellezza che arricchiscono ulteriormente l'opera.
In conclusione, "Incudini e Farfalle" è una raccolta che conferma Marco Petruzzella come una voce significativa nel panorama poetico contemporaneo. La sua abilità nel fondere introspezione personale e osservazione sociale rende questa silloge un'opera che può far bene a chiunque ami una poesia capace di lasciarti sempre qualcosa, come la cartolina di un vecchio amico messa proprio lì, tra i ricordi di una vita.
Alessio Miglietta
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