IL FORNO NON È UN’OPZIONE VEGANA di Alessio Miglietta


Luce fioca. Sbuca dal nulla una figura in impermeabile grigio.
Qui si gioca con i resti del Novecento, e si accende una sigaretta con le pagine ormai ingiallite del Mein Kampf.
Parla con tono calmo. Troppo calmo.
È il tono di chi ha visto l’inferno, ha chiesto lo scontrino, e si è lamentato perché il conto era troppo salato.
"Ebrei. Sempre loro. Sempre lì, sempre ovunque. Come i semi di sesamo sul pane industriale: nessuno li vuole, ma stanno sempre lì, attaccati al culo della Storia.
E i nazisti? Belli, biondi e con gli occhi azzurri, i nazisti. Principi azzurri ariani. Precisi, puntuali, ordinati. Sembravano un catalogo IKEA con un feticismo per le uniformi e la combustione umana.
'Auschwitz, benvenuti!' – suonava quasi come Disneyland, solo che invece del costume di Topolino trovavi Mengele col camice bianco e un bisturi tra i denti e un sorriso da un orecchio all'altro. 
"Sai com’è: quando l’uomo gioca a fare Dio, dimentica il dettaglio fondamentale. Dio non ha bisogno del gas Zyklon B. Lui crea. I nazisti invece sterilizzavano.

La soluzione finale. Hai capito? Neanche il problema era ben definito, ma loro avevano già la soluzione.
Come quegli zii a Natale che ti regalano una sciarpa rosa prima che tu abbia confessato la tua omosessualità.
Hanno sterminato sei milioni di persone. Sei milioni. È un numero così grande che nemmeno i seguaci ritardati di un influencer riescono a farlo sembrare interessante.
E oggi? In questa società di coglioni pseudo-pacifisti li ricordiamo con le candele, i post su Instagram, le lacrime digitali da due like e mezzo. ‘#NeverAgain’ – scritto mentre ordini lo schnitzel e ti lamenti perché c’è troppo pepe.
Sai cosa c’è di ironico? Oltre alla Segre che è sopravvissuta non solo allo zio Adolf, ma anche a due covid e ha 197 anni? Che i nazisti erano vegani, animalisti, salutisti. Infatti amavano i cani e odiavano gli ebrei.
‘Fate del male agli animali, vi spezziamo le ossa! Ma gli ebrei? Beh, quelli li mettiamo a dieta fissa: 0 calorie al giorno, lavori socialmente utili e forzati, e una sauna perpetua.'
Black humour, dici? Ma cos’è più nero della cenere umana nei camini della civiltà?
Il fatto che abbiano tenuto registri contabili con i capelli delle vittime.
Conta più il capello che la vita. Economie di scala. Produzione seriale.
Henry Ford applaudiva. E anche lui, guarda caso, era antisemita. Coincidenze? Come il fatto che oggi ci siano negazionisti con il diploma in “Università della Vita” che ti spiegano che Auschwitz era un centro benessere.

E tu?
Tu che ridi adesso, ti senti meglio di loro?
O ridi per difenderti? Perché se smetti di ridere senti il fetore della Storia?
Perché ridere, amico mio, è tutto ciò che ci resta quando l’orrore è troppo grande per piangere.
"L’umanità ha imparato tanto da Auschwitz".
Ha imparato a fare campi profughi con più Wi-Fi e meno baracche.
Ha imparato a dire ‘mai più’ ogni decennio, e poi a chiudere gli occhi ogni volta che accade di nuovo, ma più lontano, con pelle più scura.
Ha imparato che il male non ha bisogno di baffi strani, il braccio destro alzato al grido di Sieg Heils. Basta una burocrazia efficiente, una società distratta, e un buon ufficio marketing."
E oggi… oggi i treni arrivano in orario. O quasi.
Ma i vagoni sono invisibili.
E i forni? Le camere a gas? Quelli li abbiamo dentro. Bruciamo coscienza ogni giorno, e non fa nemmeno fumo. E pure se lo facesse, ti accendi un bel torcione di Maria e vedrai che passa tutto.

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