"L'Eredità Silenziosa di Kira" di Alessio Miglietta

Il magazzino Yellow Box era saturo di tensione. "Scacco matto, Light Yagami," dichiarò Near, la sua voce infantile che echeggiava tra le pareti di metallo. Indicò il Death Note nelle mani di Teru Mikami. "Quando nessuno dei nostri nomi apparirà, la tua identità come Kira sarà provata." Light, invece di mostrare panico, sorrise. Un sorriso agghiacciante, pieno di una certezza che gelò il sangue a tutti i presenti.

"Hai fatto solo un errore di calcolo, Near," disse Light, la sua voce calma e letale. "Hai previsto che avrei usato un delegato. Ma non hai previsto che io non mi sarei mai fidato completamente di nessuno." Lentamente, Light si sfilò l'orologio. Con un clic, rivelò un minuscolo scomparto segreto contenente un piccolo pezzo di carta del Death Note e la punta di un ago. "Ho sempre tenuto per me l'ultima mossa."

Prima che chiunque potesse reagire, Light iniziò a scrivere. I nomi di tutti i membri della SPK, e infine, "Nate River". Uno dopo l'altro, i presenti si accasciarono a terra, i loro cuori fermati da un potere invisibile. L'ultimo a cadere fu Near, i suoi occhi sgranati non per la paura, ma per lo shock intellettuale della sconfitta. Light rimase in piedi, l'unico sopravvissuto in un cimitero di sua creazione.

Dieci anni dopo.
Il mondo era irriconoscibile. Non c'erano più guerre. La criminalità era scesa a zero. Il mondo viveva in una pace forzata, governata dalla paura di un dio invisibile e onnisciente. In cima a un grattacielo che dominava Tokyo, Light Yagami, ora un uomo dall'aspetto severo e stanco, osservava il suo mondo perfetto attraverso una parete di monitor.

Aveva vinto. Aveva creato la sua utopia. Ma il silenzio nella sua sala del trono era assordante. Non c'erano più nemici da sconfiggere, non c'erano più menti brillanti da sfidare. Aveva sconfitto L, aveva sconfitto Near. E ora, non gli era rimasto nessuno con cui giocare. La vittoria era diventata una prigione di noia infinita.

"È noioso, Light," gracchiò Ryuk, la sua voce che rompeva il silenzio. "Il gioco era divertente quando eri braccato, quando rischiavi tutto. Ora sei solo un guardiano. Hai vinto e hai rovinato tutto il divertimento." Masticò una mela con un suono secco e irritante.

Le parole dello shinigami colpirono Light come uno schiaffo. "Silenzio!" urlò, la sua voce che echeggiava nella stanza vuota. "Questa è la giustizia! Questo è un mondo perfetto! Io sono il dio di questo mondo!" Ma le sue parole suonavano vuote, una disperata affermazione per convincere più se stesso che lo shinigami.

Ryuk sospirò, un suono simile a foglie secche smosse dal vento. Tirò fuori il suo Death Note. "Sai, Light, si dice che chi usa il Death Note non possa andare né in paradiso né all'inferno. Ma guardandoti, mi chiedo se non ci sia un posto peggiore: questa infinita, noiosa attesa." La sua penna si posò sulla pagina. "È stato interessante, ma tutte le storie devono finire."

Ryuk scrisse il nome. "Light Yagami". Light sentì una stretta al petto, acuta e improvvisa. Cadde in ginocchio, ansimando. Nei suoi ultimi istanti, non vide il volto di L o di suo padre. Vide solo i monitor del suo mondo perfetto, che continuavano a trasmettere immagini di una pace che non avrebbe più potuto governare. Il suo ultimo pensiero fu un'eco di disperazione: "E adesso?"

Ryuk osservò il corpo di Light per un momento, poi si girò e fluttuò attraverso il muro di vetro, scomparendo nel cielo notturno. Nella sala di controllo, i monitor continuarono a brillare. Il mondo non seppe mai che il suo dio era morto. Il sistema di giudizio che Light aveva creato continuò a funzionare, un'eredità silenziosa e automatizzata. La pace di Kira era sopravvissuta al suo creatore, e il mondo continuò a vivere nella paura di un trono ormai vuoto.

AM

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