La prima recensione di "GRUNGE (1984)". Firmata Silvia Matricardi.

«Una poesia, colorata di ossessione.» Questa citazione è probabilmente il miglior modo di presentare il romanzo «Grunge (1984)» di Alessio Miglietta, curato da Alessandro Vizzino per Edizioni DrawUp. E' la storia di un ragazzo di talento che combatte la propria frustrazione. Un viaggio introspettivo, a tratti delirante, alla ricerca del perché la vita sembri una malattia. Un vagare che conduce all'autoannientamento, percorrendo una strada di eccessi e sregolatezze, vissuti come una sorta di epica vendetta contro la società aliena e alienante, una deliberata profanazione di valori e convenzioni per esternare un supremo rifiuto. Un supremo rifiuto che, in realtà, è una disperata quanto maniacale richiesta di attenzione, un bisogno assoluto che il mondo diventi ego-centrico, una sete di sofferenza che cela la brama di consolazione. «Vorrei tenere il cielo tra queste mani, sapendo cosa cerco, perché spesso cammino a vuoto, tornando al punto di partenza.» Lo stile è impeccabile, l'introspezione coinvolgente, i temi toccati, quali l'amore, la paura, la morte, l'autolesionismo e la solitudine, sono approfonditi con tocco crudo e sofferto. Il testo non è in realtà un vero romanzo, con trama e azione, somiglia più ad una serie di appunti introspettivi, ad un dialogo con la propria anima, o meglio con i vari pezzi di un cuore infranto. Alessio Miglietta è un poeta e scrittore, cantautore e paroliere. E soprattutto sa scrivere. Ne sentiremo parlare ancora. (cielidivalium.blogspot.it)



Silvia Matricardi
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