GENESI di Alessio Miglietta

Fermo gli orologi
lontano dal mondo.
Penso accuratamente.
Quanto tempo ho sprecato
nel tentare di condividere
la mia vita con gli altri.
A cosa è servito?
Sono davvero felice
del tempo che vivo?
La frustrazione
ha prevalso sulla fiducia,
fondendo come acciaio
monotonia & false speranze
in un contesto
di allucinazioni borghesi.

Ogni minimo dettaglio
ha perso il suo posto
negli schemi abituali,
rendendo ridicolo
ogni sogno di fuga.
Ne prendo atto
senza piangere,
senza più saperlo fare. 
Il fiore oscuro che custodisco
in un’ampolla di cristallo
si è schiuso dal seme
che lo ossessionava
nascendo più forte che mai.

Cerca le mie mani
per accoccolarsi,
cerca le mie lacrime
per nutrirsi e crescere. 
Non ha bisogno d’altro.
Penso a quella troia della vita
chissà cos’ha ancora per me.
Credo di aver saldato
il debito in anticipo.
In un istante
quel fiore nero
diviene più forte
e anch’io, insieme a lui.
Ho un motivo per essere eterno.

Stop agli errori
alle catene & agli indugi
l’ego ha un cuore
più scuro & dannato,
il mio stesso sangue
appare nero
sotto la luce della luna.
Un nuovo inizio
mi aspetta al varco
dopo essere sopravvissuto
alle fiamme sublimi
del mio inferno.
Sarò brillante
malvagio & accattivante
come un killer,
interrompendo il walzer
delle stagioni
con nervi saldi.

L’alta marea è plumbea
riesce ancora ad affascinarmi
la pioggia mi fortifica
il sole sembra portarmi all'estinzione. 
È il mio paradosso.
Scorgo i miei sensi,
le mie emozioni di vetro
dall’altro lato della barricata.
Cammino lentamente
sulla spiaggia di nessuno
rubata a una fotografia 
contemplando un mare di ideali
ormai spremuti & dimenticati.
Cerco l’orizzonte
e vedo il mio ologramma
fatto di amnesie.

Avanzo senza paure,
camminando sulle acque
come un cristo.
In un attimo
riesco a governare
ogni piacere chimico
e l’immaginario autonomo
che lo controlla.
Ogni pensiero vola via da sé
sbalzato dai venti,
disperdendosi in questa immensità
di desideri allucinogeni.

Soltanto adesso
le mie mani congelate
riprendono una forma
che appare disegnata.
Anche il mio cuore
di sangue & ghisa
riprende a battere.

Arrivo fino in fondo
toccando la linea del tramonto
dove il sole si rinchiude.
Vedo il fiore oscuro
con l’ampolla che lo contiene.
Lo colgo & lo osservo,
mi manca l’aria.
Pochi secondi appena
e sento di rivivere,
di poterlo fare davvero
entrando nelle radici
più profonde & irte
della mia intimità.
Ho strappato via
la mia parte umana.

Solo così posso esistere,
sentirmi vivo,
decifrare i miei codici.
Voglio percorrere la mia oscurità
in preda al delirio.
Proprio in quel sentiero
potrò vedere nitidamente
i sospiri della Morte
intorno a me.
Volteggia leggera
in tutti i miei giorni,
ma sceglierò io
il giorno del nostro incontro
per non sentirmi debole
né succube.
Il mio tempo
mi ha imprigionato,
i miei silenzi
mi hanno rafforzato.
La vita mi ha fatto troppo male
per lasciarla trionfare.
Si dice che le persone
muoiono perché soffrono
e soffrono perché sono sole.
Niente di più falso.
Volterò la spalle
al mondo che mi ha generato
in nome di una singolare
forma di protesta
verso di esso.
Scaverò in un buio
colorato di attesa.

Lontano dalla mia anima
fuori dagli schemi
mi sento pronto.
Come fossi un superuomo.

E so che il mio grido 
resterà inascoltato. 

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