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La Descrizione di uno Stile Nuovo: Alessio Miglietta

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Alessio Miglietta non scrive per consolare. Le sue parole non sono carezze, sono schegge: schegge di specchi incrinati che riflettono il volto di un’epoca esausta. In lui non c’è la quiete da antologia scolastica, non c’è il rifugio delle metafore addomesticate: c’è un rifiuto netto, un bruciare le mani pur di non stringere il guanto dell’abitudine. È un autore che si muove nella zona grigia fra poesia e maledizione, fra narrazione e confessione. Se la lirica italiana contemporanea spesso indossa l’abito buono delle rime addolcite, Miglietta indossa invece una giacca strappata, con le tasche piene di silenzi, veleni e visioni. La sua parola è verticale, un taglio netto che separa i vivi dai sonnambuli. Il suo Poema Nero sembra un grido lanciato contro il conformismo, e non a caso ricorda le voci che hanno fatto della ribellione una religione: Pasolini per il furore morale, Bukowski per la sporcizia necessaria, Alda Merini per la febbre dell’anima. Ma Miglietta non è epigono...

"L'Eredità Silenziosa di Kira" di Alessio Miglietta

Il magazzino Yellow Box era saturo di tensione. "Scacco matto, Light Yagami," dichiarò Near, la sua voce infantile che echeggiava tra le pareti di metallo. Indicò il Death Note nelle mani di Teru Mikami. "Quando nessuno dei nostri nomi apparirà, la tua identità come Kira sarà provata." Light, invece di mostrare panico, sorrise. Un sorriso agghiacciante, pieno di una certezza che gelò il sangue a tutti i presenti. "Hai fatto solo un errore di calcolo, Near," disse Light, la sua voce calma e letale. "Hai previsto che avrei usato un delegato. Ma non hai previsto che io non mi sarei mai fidato completamente di nessuno." Lentamente, Light si sfilò l'orologio. Con un clic, rivelò un minuscolo scomparto segreto contenente un piccolo pezzo di carta del Death Note e la punta di un ago. "Ho sempre tenuto per me l'ultima mossa." Prima che chiunque potesse reagire, Light iniziò a scrivere. I nomi di tutti i membri della SPK, e infine, ...

C'è Troppa Frociaggine, di Alessio Miglietta

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Sono entrato nel locale come chi entra in un deposito di sentimenti usati: odore di alcool, deodoranti economici, e quella polvere sottile di promesse comprate a rate. Non c’era bisogno di presentazioni: i sogni lì dentro erano venduti in tre taglie — small, medium, “non ci sono più le taglie di una volta” — e chi reclamava autenticità era subito catalogato come nostalgico o fastidioso. Io, cronista involontario, avevo solo una macchia di caffeina e il desiderio sbagliato di dire le cose come stanno. Non voglio che la mia voce sia una carezza. Voglio che sia un graffio che ti sveglia. Perché la cosa più irritante non è l’essere umano che ama in modo non standard: la cosa più irritante è la menzogna di chi fa finta di capirlo mentre incassa. La mercificazione dell’identità queer è un caffè amaro servito con guanti di pelle: estetica arcobaleno sull’etichetta, sfruttamento dietro il bancone. Pride corporate? È marketing con la bandiera di carta. Sponsorizzazioni che pagano so...

Achille Lauro e Damiano David: pupazzi a confronto

Achille Lauro è l’eterna provocazione della scena italiana: trasformista androgino eclettico, indossa abiti sontuosi e costumizzazioni punk-goth (nell’esibizione al Museo Mudec venne presentato con il volto truccato e la cresta nera)【66†】. Sul palco mescola glam rock, barocco e ironia blasfema: ad esempio, a Sanremo 2020 si è presentato vestito da San Francesco, un “battesimo” che scatenò polemiche religiose. Lauro usa molto i social per provocare – ha postato su Instagram il poster censurato del singolo Me ne frego, commentando ironicamente la censura. La stampa sottolinea la sua “aura camaleontica”: Gente parla del suo “inconfondibile mix di teatralità ed estetica punk”, Rolling Stone lo descrive come performer che «riflette sulle forme e sul significato del pop contemporaneo». In sintesi, Lauro punta tutto sull’immagine d’impatto e sullo show, dichiarando però di considerarsi un artigiano della musica. Damiano David (vocalist dei Måneskin) incarna uno stile glam-rock giovane e andro...

"La Poesia che Cura" della giornalista Federica Vitale

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Alessio Miglietta: il poeta rock che scrive con il sangue e suona con l’inchiostro Tra poesia, musica e rivoluzione, Alessio Miglietta riscrive le regole della letteratura italiana contemporanea. Una voce lucida e crudele, che scava nelle ferite e costruisce bellezza dal caos. Nel cuore di una Roma che osserva e inghiotte, dove la storia si impasta col cemento e i sogni si fanno sporchi e veri, Alessio Miglietta è un’anomalia necessaria. Un poeta rock, un narratore borderline, un autore che non scrive per piacere, ma per scardinare. Ogni suo libro è una deflagrazione controllata. Ogni verso, un coltello che non sempre ferisce: a volte guarisce. Una selva oscura senza paura Come Dante, anche Miglietta si è ritrovato in una selva oscura. Ma, a differenza del sommo poeta, non ha tremato. Ci si è seduto dentro, ha ascoltato le voci, ha raccolto le ossa e con quelle ha costruito la sua poetica. Niente paura, nessuna concessione. Solo parole che respirano, soffrono e gridano. Lo ...

RADIO ITALIA SOLO MUSICA DI MERDA

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La strepitosa classifica di #radioitalia con qualche piccola considerazione. Pronti?  #Blanco – Piangere a 90 Una corsa a novanta verso l’autoerotismo emotivo: ti sbatti tanto per un orgasmo sentimentale, ma tutto quel pianto rimane appeso come un preservativo bucato. #Annalisa – Maschio Inno masturbatorio maschilista: la voce di Annalisa si perde in preludi verbali inutili, come pregare un idolo inesistente e scoprire che è di latta. #Alfa feat. #ManuChao – A me mi piace Tentativo ridicolo di world music che sbaglia l’urgenza: una fusione che suona come un bicchiere rotto, piuttosto che un inno, è solo polvere in faccia. #AchilleLauro – Amor Affogato nell’autoindulgenza sacra, questo fronzolo suona come un’ostia rancida: non c’è amore, solo un altare di vanità. #Fedez e #CLARA – Scelte stupide Non sono solo scelte, è un’orgia di banalità senza ritegno: Fedez e CLARA si danno all'idea idiota di compiere fosse un sacrilegio proporre una canzone del genere.. #TheKolors – ...

HAI MAI PENSATO DI FARE UN SECONDO FIGLIO? di Alessio Miglietta

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Non avrei mai immaginato, a quarant’anni passati, di infilarmi di nuovo nella giostra infernale del pianto notturno. E invece eccolo lì, il secondo piccolo demone con occhi grandi come promesse di caos. Proprio tu, lucidissimo quarantenne, che pensavi di vendere le tue magliette vintage e rifarti una vita da saggio filosofo sul divano, invece ti ritrovi a sporcarti di nuovo di merda e di bava. Ricordi quando, a trent’anni, quello scatto di follia sembrava epico? Allora sì, l’idea di un figlio sembrava romantica: pubblicare poesie, fare feste, imparare a suonare il pianoforte in salotto. Oggi, ripenso a quelle utopie come a pellicole d’epoca: illustrate, ma senza alcun sound. Perché a quarant’anni, con la schiena già che protesta come un vecchio motore diesel, avere un neonato numero due è un atto di masochismo supremo—un tuffo nel buio senza salvagente. C’è qualcosa di perverso nell’idea di ricominciare da zero quando tutti i tuoi amici stanno già programmando weekend nella...

IL FORNO NON È UN’OPZIONE VEGANA di Alessio Miglietta

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Luce fioca. Sbuca dal nulla una figura in impermeabile grigio. Qui si gioca con i resti del Novecento, e si accende una sigaretta con le pagine ormai ingiallite del Mein Kampf. Parla con tono calmo. Troppo calmo. È il tono di chi ha visto l’inferno, ha chiesto lo scontrino, e si è lamentato perché il conto era troppo salato. "Ebrei. Sempre loro. Sempre lì, sempre ovunque. Come i semi di sesamo sul pane industriale: nessuno li vuole, ma stanno sempre lì, attaccati al culo della Storia. E i nazisti? Belli, biondi e con gli occhi azzurri, i nazisti. Principi azzurri ariani. Precisi, puntuali, ordinati. Sembravano un catalogo IKEA con un feticismo per le uniformi e la combustione umana. 'Auschwitz, benvenuti!' – suonava quasi come Disneyland, solo che invece del costume di Topolino trovavi Mengele col camice bianco e un bisturi tra i denti e un sorriso da un orecchio all'altro.  "Sai com’è: quando l’uomo gioca a fare Dio, dimentica il dettaglio fondamental...

L'ACCOPPIATA ACHILLE LAURO~McDONALD'S

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Dalla mente che ha profanato di Sanremo… …dal corpo che ha oltraggiato la moda, la musica e il buon gusto… ...dalla voce che ha ridefinito, livellando ogni elemento verso il basso, il concetto di "canto" e "talento"... …abbiamo finalmente il testimonial che si è letteralmente venduto al capitalismo. "Cortesemente, un Crispy McLauro. Il primo panino gender-fluid: ti entra in bocca come un angelo, ti esce dal culo come un demonio." "Con ketchup consacrato e maionese ai sette peccati capitali. Ogni morso è una bestemmia. Ogni sorso, un perdono negato." "Partecipa al concorso per vincere due biglietti, scansiona il qr code sullo scontrino e potrai ammirarlo live al suo prossimo concerto" Poi parla di icone. Cortesemente, ma vattelappianderculo.

Oggi è la Giornata internazionale contro l'omolesbobitransfobia

DISCLAIMER: Qui c'è del sarcasmo, lo dico prima per i meno dotati intellettualmente.  Oggi è la Giornata internazionale contro l'omolesbobitransfobia Sapete qual è la cosa più idiota che si possa dire oggi? Che l’omofobia non esiste. Subito dopo viene: “Io non sono omofobo, MA…” Quel ma è sempre una cazzata. O lo sei, o non lo sei. “Io non sono omofobo, MA non voglio che mio figlio diventi gay perché ha visto due uomini baciarsi in TV.” Certo. Perché l’omosessualità è contagiosa. Come l’influenza. Basta uno starnuto e tac: ti svegli che ti piace Tiziano Ferro. Non perché fa musica di merda, ma per le sue inclinazioni, s'intende.  Ma siamo sinceri: l’omofobo non ha paura dei gay. Ha paura di se stesso. Ha paura di quel momento, nel silenzio della notte, in cui il porno etero non basta più, e clicca su “mature gay gangbang with candles and Gregorian chant”. E poi si confessa. “Padre, ho peccato. Ho avuto pensieri impuri.” “Con chi, figliolo?” “Con un uomo.” “Era battezzato?” ...